Come difendersi dal troppo lavoro con 4 regole efficaci per ridurre lo sforzo, eliminare lo stress e raggiungere i tuoi obiettivi in solo un quinto del tempo.
“Lavorare duro per qualcosa che non ci interessa si chiama stress. Lavorare duro per qualcosa che amiamo si chiama passione” ha detto Simon Sinek. Ci siamo abituati a credere che più sforzo significhi più successo. Ma se ti dicessi che il segreto per raggiungere i tuoi obiettivi non è sforzarti di più, ma eliminare ogni sforzo?
In questo articolo, scoprirai le quattro regole essenziali per gestire il troppo lavoro riducendo lo stress. Scoprirai che lasciando andare lo sforzo eliminerai lo stress e, sorprendentemente, raggiungerai i tuoi obiettivi in modo più efficace. Pronto? Iniziamo!
Troppo stress a lavoro
Lo stress a lavoro non è sempre cattivo. Se inteso come la tensione che ci spinge avanti, lo stress può essere un motivatore. Pensa alla tensione dell’atleta prima della gara, quella che lo spinge a dare il massimo e a superare i suoi limiti. Questo tipo di stress positivo, più correttamente chiamato eustress, è un carburante che ci fa muovere con determinazione verso i nostri obiettivi.
Purtroppo, lo stress ha più spesso un altro volto. Lo stress è anche quello che ci fa sentire schiacciati, sopraffatti, privi di controllo. È quella tensione che, se eccessiva, si può trasformare in burnout, la soglia critica oltre la quale ci sentiamo oppressi e frustrati dal lavoro.
Secondo un sondaggio di Deloitte, il 77% dei professionisti intervistati ha sofferto di burnout almeno una volta nel loro lavoro attuale. Questi dati sono allarmanti considerando le conseguenze del burnout sulla nostra salute fisica e mentale: difficoltà di concentrazione, problemi di sonno, stanchezza, cambiamenti nell’alimentazione, altalene emotive.
Diventa allora essenziale distinguere tra i due concetti: tensione motivazionale dell’eustress (positivo) da un lato e stress (negativo) dall’altro. E quando si tratta di troppo stress negativo a lavoro, come spiegato nel nostro articolo sul Blue Monday, devi cambiare prospettiva: lo stress non va solo gestito, ma eliminato alla radice. Vediamo ora in dettaglio come puoi riuscirci.
Come difendersi dal troppo lavoro
Per difendersi dall’eccessivo carico di lavoro, senza dubbio è d’aiuto stabilire confini chiari tra lavoro e tempo libero. Per farlo, puoi prendere delle precauzioni specifiche. Ad esempio, pianifica attivamente il tempo libero per dedicarti con intenzionalità ad attività ricreative e ai tuoi obiettivi personali. Puoi iniziare le tue giornate col piede giusto con un morning ritual. Inoltre, rispetta rigorosamente i momenti di pausa. Resisti alla tentazione di controllare continuamente le email al di fuori degli orari lavorativi.
Tuttavia, oltre all’organizzazione del tempo libero, c’è un altro aspetto cruciale: la gestione del tempo durante gli orari di lavoro. Organizzare efficacemente le attività e prioritizzare i compiti in base alla loro importanza può fare la differenza tra una giornata produttiva e una stressante. Quando concentri le tue energie sulle attività con maggiore impatto, non solo riduci lo stress, ma ottieni più risultati con meno sforzo.
Ma come puoi farlo concretamente? Come puoi prendere in mano il lavoro per trasformare le tue giornate da stressanti a produttive? In questo articolo scoprirai delle tecniche precise per farlo. Ad esempio, applicare il principio di Pareto ti permetterà di risparmiare l’80% del tuo tempo. O ancora: lavorare in flow, cioè nello stato di massima concentrazione, sarà più facile quando applichi la matrice di Eisenhower per distinguere tra ciò che è urgente e importante e ciò che non lo è.
Principio di Pareto? Matrice di Eisenhower? Se queste terminologie ti risultano nuove, troverai il nostro articolo particolarmente utile. Esploriamo allora insieme queste 4 regole d’oro per lavorare in modo più efficace, sereno e consapevole, affrontando il troppo lavoro con meno stress.
4 regole per gestire il troppo lavoro
1. Principio 80/20: minimo sforzo, massima resa
“Sono troppo perfezionista”. Chi non l’ha mai sentito usare almeno una volta come finto difetto in un colloquio di lavoro? In realtà è un difetto vero: il perfezionismo è una piaga per la produttività, come sottolineato dal principio 80/20.
Nota anche come principio di Pareto, si tratta di una teoria economica ideata dall’economista italiano Vilfredo Pareto. Secondo questa teoria, l’80% degli effetti deriva dal 20% delle cause. Ad esempio, a lavoro l’80% dei risultati proviene dal 20% degli sforzi.
Pensalo come raccogliere frutti dall’albero. Inizi raccogliendo i frutti più in basso. Senza sforzo. Ma poi arrivi in cima all’albero: all’improvviso, ti ritrovi ad arrampicarti tra i rami ed affrontare le fronde più fitte per riuscire a cogliere gli ultimi frutti.
La nostra produttività funziona allo stesso modo. Ad esempio, quando scrivi la bozza di un’email di lavoro, le idee scorrono facilmente. Ma una volta che ti concentri sui dettagli, controllando due o tre volte, agonizzando sulla scelta delle parole o cercando di trasformare qualcosa di buono in qualcosa di perfetto, ti blocchi.
Come applicare questa regola nel tuo lavoro? Quando inizi a lavorare ogni mattina, renditi conto che stai impiegando l’80 percento del tuo tempo in compiti che non contribuiscono molto al tuo risultato finale. Quindi rifletti attivamente sulle attività che assorbono il tuo tempo e confronta il tuo sforzo con il possibile guadagno. Per farlo, lo specialista della produttività Scott H. Young raccomanda questo metodo pratico:
- Scrivi tutti i passi necessari per un certo compito a lavoro e il tempo che trascorri su ognuno (un’ora per la ricerca di nuovi clienti, un’ora per le email, due ore per riunioni e così via).
- Stima con una percentuale quanto credi che ogni attività contribuisca ai tuoi risultati.
- Elimina le attività ad alto sforzo e bassa resa, come ad esempio uno step superfluo in un processo di approvazione o il terzo round di revisione di un documento.
Questa analisi ti aiuta nella pianificazione strategica. Cerca le occasioni di ridurre gli sforzi che non portano a grandi risultati. Per i progetti che non puoi eliminare, questo esercizio ti incoraggerà a non perderti nei dettagli.
2. Matrice di Eisenhower: l’arte di distinguere l’importante dall’urgente
La Matrice di Eisenhower, introdotta per la prima volta da Stephen Covey nel suo libro “Le 7 Regole per Avere Successo“, è un modello che ci aiuta a distinguere tra attività urgenti, attività importanti e attività che non sono né urgenti né importanti.
“Urgente”, “importante”? Ma non sono sinonimi? Per niente. Secondo il principio di Eisenhower, c’è una distinzione fondamentale tra i due. Vediamo perché.
Le attività urgenti richiedono la tua immediata attenzione. Quando qualcosa è urgente, deve essere fatto subito. Ad esempio, ci sono delle chiare conseguenze se non porti a termine il compito entro un certo periodo di tempo. Queste sono attività che non puoi evitare e, più a lungo le posticipi, maggiore sarà lo stress che proverai.
Ecco alcuni esempi di attività urgenti:
- Consegnare un progetto con una data di scadenza imminente
- Affrontare un problema di sicurezza informatica
- Gestire una richiesta urgente del cliente
D’altra parte, le attività importanti potrebbero non richiedere immediata attenzione, ma sono essenziali per raggiungere i tuoi obiettivi a lungo termine. Il fatto che queste attività siano meno urgenti non significa che non siano importanti. Al contrario: sono attività cruciali che richiedono una pianificazione attenta. Ecco alcuni esempi di attività importanti:
- Pianificare un progetto a lungo termine
- Condurre una valutazione del mercato per identificare opportunità di crescita
- Promuovere la crescita personale e professionale tramite letture e corsi di formazione
Questa distinzione è come una bussola. Per utilizzarla nel lavoro, la prossima volta che affronti un nuovo compito, parti da questa domanda: è importante o urgente? Innanzitutto, se il compito non è né urgente né importante, la soluzione è chiara: elimina. Spesso si tratta di una distrazione, che tu ne sia immediatamente consapevole o meno.
Ma c’è di più: ti sorprenderà come la maggior parte del tuo tempo a lavoro è consumato da attività urgenti ma non importanti. Per gestire queste emergenze, fai ciò che oltre ad essere urgente è anche importante e delega ad altri ciò che non è funzionale ai tuoi obiettivi. Inoltre, programma esattamente quando svolgerai le tue attività importanti ogni giorno. Puoi farlo mettendo un promemoria nel tuo calendario (ad esempio, blocchi il tuo calendario dalle 9 alle 11 ogni mattina per lavorare al tuo progetto a lungo termine).
Insomma, elimina ciò che puoi, delega il resto e riconquista il tuo tempo per concentrarti su ciò che conta davvero. Se ti interessa questo tema, scopri di più nel nostro articolo sulle 3 domande più frequenti per il successo lavorativo.
3. Soddisfazione: getta il work-life balance fuori dalla finestra
L’idea di bilanciare tra vita e lavoro, nota come work-life balance, ha radici profonde nel nostro modo di percepire il benessere. Secondo quest’idea, non puoi vivere una vita sana a meno che non separi il lavoro dal resto della tua vita personale e non cerchi un equilibrio tra le esigenze lavorative e gli altri elementi della tua vita. Ma fermiamoci un attimo a riflettere: la soluzione è veramente trovare questo equilibrio?
La verità è che l’idea stessa di work-life balance può essere dannosa e limitante. Questa concezione richiama una lotta costante tra lavoro e vita, un gioco a somma zero dove dedicarsi di più al lavoro significa sacrificare la propria vita. Insomma, l’idea per cui vivresti davvero solo quando non lavori.
In origine, il work-life balance è nato come un principio chiave di benessere. Ci sono almeno due motivi. Primo, è evidente che se concentri tutto il tuo tempo ed energie in un lavoro che non ti piace, la tua salute fisica e mentale ne risentono. Secondo, se investi tutto il tuo tempo, risorse ed energie nella carriera, probabilmente poi ti mancheranno le risorse per altro, come per la famiglia e i tuoi hobby. Tuttavia, invece di risolvere il problema alla radice, l’idea miope di work-life balance mette un cerotto alla ferita, senza risolvere il problema a monte.
Getta il concetto di work-life balance fuori dalla finestra. Questo approccio tenta solo di curare il sintomo, non la malattia. E soprattutto, alimenta un rapporto tossico con il lavoro, facendoti credere che il lavoro sia qualcosa di separato dalla vita.
Superare quest’idea non significa sacrificare famiglia, tempo libero e passioni per il lavoro. Al contrario, significa concentrarsi sull’integrazione di ciò che ci appassiona e ci rende soddisfatti in tutte le sfere della nostra vita. Significa indirizzare il proprio tempo, risorse ed energie in modo olistico verso attività che contribuiscono al proprio benessere e crescita personale, che sia nel lavoro o nel tempo libero.
Guarda oltre l’idea del lavoro come avversario della vita. Piuttosto, vedi il lavoro come opportunità per crescere, connetterti con gli altri ed espandere il tuo potenziale. Anche se, come spesso accade, il tuo lavoro attuale non è allineato con le tue vere passioni, puoi comunque usarlo come piattaforma di espressione personale. Cerca opportunità che rispecchino i tuoi interessi, comunica apertamente le tue preferenze con il tuo manager, sfrutta le risorse interne disponibili. E soprattutto, affronta le sfide lavorative con una mentalità di crescita, trasformandole in opportunità di miglioramento personale. Leggi il nostro articolo sul Blue Monday per uscire dalla passività e a prendere il controllo della tua vita.
4. Flusso: il luogo magico dove le cose accadono senza sforzo
Il concetto di flusso, o flow, coniato dallo psicologo Mihaly Csikszentmihalyi, è uno stato mentale di profonda immersione in un’attività. Nello stato di flow, ci si sente completamente coinvolti e concentrati. Il tempo sembra scorrere rapidamente e le azioni vengono eseguite con una naturalezza sorprendente, quasi priva di sforzo.
La psicologia positiva conferma i vantaggi del flow. Durante il flow, si è in uno stato di massima efficienza mentale ed emotiva, si affrontano le sfide con chiarezza e determinazione, si producono risultati migliori.
Non solo: il flow agisce come uno scudo contro lo stress. Quando sei immerso in un’attività che ti appassiona, le preoccupazioni e lo stress tendono a dissolversi.
Ma come raggiungere lo stato flow? Il libro “Flow: Psicologia dell’Esperienza Ottimale” di Mihaly Csikszentmihalyi fornisce una guida preziosa. Anche quando non hai il controllo sulla maggior parte delle attività lavorative, puoi comunque cercare di creare condizioni che favoriscano l’esperienza di flow. Ecco come fare in 3 mosse:
- Trova un equilibrio tra le tue abilità e le sfide: Cerca di bilanciare la difficoltà dei compiti con il tuo livello di competenza. Se le sfide sono troppo grandi rispetto alle tue abilità attuali o livello di esperienza, potresti sentirti sopraffatto; se sono troppo piccole, potresti annoiarti. L’obiettivo è trovare un equilibrio ottimale che ti tenga impegnato e concentrato.
- Immergiti completamente nell’attività presente: Elimina le distrazioni e concentra completamente la tua attenzione sull’attività che stai svolgendo. Pratica questi 10 esercizi di mindfulness per ritornare nel momento presente e bloccare qualsiasi pensiero che possa distrarti dall’attività. Puoi anche usare app di meditazione o fare una pausa mindful prima di immergerti nell’attività.
- Trova significato nell’attività: Scegli attività che abbiano un significato personale per te e che ti avvicinino ai tuoi obiettivi. Sentirti connesso e coinvolto emotivamente nell’attività ti aiuterà a entrare più facilmente nello stato di flusso.
Naturalmente, ci sono situazioni lavorative che non consentono tutto questo. In questi casi è importante chiedersi se si sta facendo quello che veramente si vuole e cosa ci impedisce di cambiare. Una riflessione autentica e onesta sul nostro lavoro e sulle convinzioni che ci impediscono di migliorare le nostre condizioni è alla base di tutto.
Lascia andare lo sforzo: una nuova prospettiva per gestire il troppo lavoro
Devi lavorare duro, ci vogliono sacrifici, non c’è guadagno senza sforzo… In un mondo che valorizza lo sforzo come sinonimo di successo, è facile cadere nella trappola dello stress. Tuttavia, se vuoi gestire il troppo lavoro e ridurre lo stress, devi cambiare mentalità: abbandona l’idea che lo sforzo incessante sia la chiave per il successo.
Se hai letto fin qui, ora conosci quattro regole efficaci che ti guideranno lungo questo percorso. Lasciare andare lo sforzo e applicare queste tecniche ti permetterà non solo di gestire il lavoro in modo più sereno, ma anche di raggiungere i tuoi obiettivi con maggiore chiarezza ed efficacia. Abbraccia questa nuova prospettiva e lascia che ti guidi verso risultati straordinari con più leggerezza.
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Nella contrattazione del prezzo della prestazione ci sono 2 step fondamentali da superare:
1) chiarire e MOTIVARE il limite minimo della propria richiesta economica come contropartita del proprio impegno lavorativo.
2) fare comprendere alla controparte il suo vantaggio nell’ accettare la richiesta appena formulata: rappresentanta il proprio impegno nel raggiungere il risultato atteso dalla controparte e contemporaneamente l’assicurazione di essere in grado di raggiungere il risultato che altri probabilmente non potrebbero assicurare.