Da Laureati a Leader: 4 Cambi di Mentalità Cruciali (e perché 1 + 1 = 11)

Come navigare il mondo del lavoro con successo: 4 cambi di mentalità suggeriti da chi ha percorso la strada dal dottorato alla carriera manageriale nel settore del tech.

Da Laureati a Leader: 4 Shift Mentali

Stai per terminare o hai già completato il tuo corso di laurea? Sei un dottorando interessato a spostarsi in azienda? O lavori già da anni e ti senti bloccato nella tua crescita professionale? In questo articolo scoprirai 4 cambi di mentalità essenziali che devi adottare quando lasci l’ambiente accademico se vuoi avere successo nel mondo professionale.

L’ambiente accademico e quello aziendale sono radicalmente diversi. In accademia, l’attenzione è rivolta all’individuo e alla ricerca, mentre in azienda il successo dipende dalla collaborazione in team, dalla comunicazione efficace e dal raggiungimento di obiettivi comuni.

Partendo dalla mia esperienza dal dottorato di ricerca alla carriera manageriale nel settore del tech, condividerò con te 4 adattamenti specifici da abbracciare al più presto se vuoi sbloccare la tua crescita e raggiungere i tuoi obiettivi professionali. Pronto a tracciare la strada verso il tuo successo professionale? Iniziamo.

1. Parti dalla fine (dalla Pratica alla Teoria)

All’università il punto di partenza è spesso una curiosità scientifica. Per esempio, durante il mio dottorato in statistica, le domande che mi ponevo erano astratte o molto generali: come posso generalizzare questo modello matematico rimuovendo alcune delle condizioni su cui si fonda? Come posso connettere modelli di intelligenza artificiale a settori come la biologia o la genetica? L’interesse delle mie ricerche era migliorare il modello, mentre l’applicazione era quasi un corollario, un esempio accessorio.

In azienda, il paradigma si è capovolto. Nel contesto lavorativo si parte da una necessità concreta, come risolvere i pain point (punti critici) dei clienti: come posso aiutare il cliente a stimare le sue vendite future più accuratamente, riducendo i tempi di elaborazione del modello? Come posso rendere l’esperienza di utilizzo del modello più user-friendly? Il segreto è lavorare a ritroso. Parti sempre dall’esigenza di business e domandati come la teoria può essere applicata per risolvere questi problemi.

Un esempio pratico di questo approccio è quello suggerito da Amazon, che suggerisce di iniziare un nuovo progetto partendo dalla fine. Cioè invece di partire con la realizzazione pratica del prodotto, il progetto inizia scrivendo una bozza di un comunicato stampa che annuncia il lancio del nuovo prodotto che si vuole introdurre con il nuovo progetto. Questo documento descrive i punti di forza e il valore che il nuovo prodotto apporta ai clienti. Sembra paradossale, vero? Eppure funziona: partendo dal punto di arrivo, si stabilisce una visione che rappresenterà la stella polare per ogni decisione successiva nello sviluppo del prodotto, guidando tutte le fasi successive del progetto.

Lavorando a ritroso, si identificano gli step necessari per raggiungere gli obiettivi fissati nella bozza del “comunicato stampa”, o dell’ipotetico annuncio del progetto finito. Da qui, si passa a stabilire quali azioni sono necessarie per sviluppare e lanciare il prodotto sul mercato, fino ad arrivare agli aspetti teorici. Questo approccio aiuta a creare una visione chiara fin dall’inizio.

Il passaggio dall’università all’azienda mi ha richiesto di sviluppare una mentalità orientata all’applicazione pratica, e la tecnica del partire dalla fine è stata la chiave per affrontare con successo questa transizione.

2. Sii come l’acqua (Flessibilità e Adattamento)

L’ambiente accademico spesso offre una struttura rigida per studi e attività. Tuttavia, in azienda il cambiamento può avvenire in modi imprevedibili. Le esigenze cambiano e le priorità sono costantemente sottoposte a revisione critica.

Ad esempio, nel settore del tech la nuova rivoluzione tecnologica è sempre dietro l’angolo. Pensa alla recente diffusione dell’intelligenza artificiale generativa con ChatGPT. Un vero terremoto che ha rivoluzionato le priorità, richiesto un rapido adattamento delle tecnologie aziendali e un veloce aggiornamento delle competenze. Come gestire questo costante mutamento senza venirne sopraffatti?

L’acqua vince su tutto perché si adatta a tutto, diceva Lao Tsu. Sii come l’acqua, flessibile e pronto ad adattarti. Abbraccia strategie e obiettivi in linea con le mutevoli richieste del mercato e dei clienti. Acquisisci nuove competenze, adotta tecnologie innovative e sii pronto a modificare le tue pratiche lavorative per rimanere competitivo.

E nel frattempo, lavora in maniera iterativa. Definisci traguardi intermedi in ogni progetto a lungo termine e sii pronto a revisionare il piano una, due, tre volte se necessario. In un ambiente dinamico, l’abilità di adattare rapidamente i piani alle nuove priorità diventa un vantaggio competitivo cruciale.

3. Impara che 1 + 1 = 11 (Comunicazione e Teamwork)

Nonostante l’università presenti opportunità per progetti di gruppo, il concetto comunicazione e teamwork (lavoro di squadra) nel contesto accademico si discosta significativamente da quello aziendale per diverse ragioni. Esploriamole insieme.

Primo, in azienda collabori con colleghi con background profondamente diversi. Nella mia esperienza come manager nel settore del tech, interagisco quotidianamente non solo con statistici, ingegneri, esperti di business, ma anche con stakeholder con interessi ampiamente diversi. I ricercatori sono interessati a progetti di scienza di lungo termine, i product manager alle immediate esigenze di rispondere ai clienti, gli ingegneri alla sicurezza e robustezza dei sistemi, e così via. Non solo devi comunicare con persone che parlano linguaggi diversi, ma devi anche imparare a comporre i diversi interessi verso obiettivi comuni.

Secondo, al lavoro devi imparare a fare expectation management. Cioè devi saper gestire appropriatamente le aspettative delle diverse persone coinvolte in un progetto. Assicurati di dare aggiornamenti di stato regolari, proattivi e trasparenti, segnalando rischi anziché nasconderli e proponendo strategie per mitigarli.

Terzo, in azienda 1 + 1 deve fare 11. Sì, hai letto bene. Cosa significa? Nel settore privato è essenziale essere un giocatore di squadra per avere un effetto moltiplicatore. Per esempio, sblocca il lavoro dei tuoi colleghi che lavorano a un progetto comune, dai feedback costruttivo, dimostra una leadership che accresce le produttività individuali e identifica le opportunità di collaborazione anche al di fuori del tuo progetto o del tuo team. Il risultato è che il tuo contributo non si sommerà semplicemente a quello dei tuoi colleghi, ma si amplificherà esponenzialmente, portando a risultati sorprendenti — proprio come 1 + 1 = 11.

Quarto, devi imparare l’arte della persuasione. È normale incontrare colleghi con prospettive diverse sul da farsi. Bisogna essere in grado di persuadere la leadership e, se sei un manager, anche il tuo team. Questa capacità di influenzare gli altri in modo positivo può fare la differenza nel raggiungere gli obiettivi e ottenere il supporto necessario per portare avanti le proprie idee e progetti. Se ti interessa approfondire l’argomento della persuasione e del come e perché si finisce col dire di sì, raccomando il libro Le Armi della Persuasione di Robert Cialdini e i nostri articoli su “Come Negoziare nel Lavoro e nella Vita: 5 Segreti per Farsi Valere” e “Come Negoziare in Modo Efficace”.

4. Dimentica i voti (Performance e Feedback)

Nell’ambiente accademico, il successo si misura con valutazioni, esami e voti, spesso ricevuti unilateralmente da parte di professori e supervisori. Tuttavia, in azienda il successo assume forme decisamente più ampie, multidimensionali e interattive. Se vuoi progredire nella tua carriera professionale, devi cambiare al più presto mentalità sia sull’idea di buona performance sia su quella di feedback.

Per migliorare la tua performance, metti da parte il desiderio di “buoni voti”. Concentrati sul superare sfide reali e ottenere risultati concreti. Il successo in azienda non è legato alla perfezione o alla complessità delle soluzioni, ma all’efficienza e alla capacità di risolvere problemi pratici con soluzioni semplici. Il problema può essere complesso, ma la soluzione dev’essere semplice. Se ci sono due soluzioni ugualmente efficaci, prediligi la più semplice.

Parlando di feedback, entriamo nel vivo di una distinzione cruciale: il modo in cui viene valutato il tuo rendimento. Mentre all’università il feedback proviene dai professori attraverso valutazioni formali, in azienda va cercato proattivamente da più persone: il tuo manager diretto, il manager del tuo manager, i tuoi colleghi, e anche le persone che riportano a te, se segui un team. Se il tuo manager è l’unica fonte di valutazione, ho una brutta notizia: la tua sfera d’influenza potrebbe essere troppo ridotta. Dai alle persone attorno a te l’opportunità di conoscerti, di apprezzare il tuo valore e di dare un feedback su di te.

E nel contesto aziendale, il feedback non è un giudizio unilaterale, né un’occasione per mettere un timbro di approvazione o disapprovazione sulle persone. Al contrario: lo scopo del feedback è aumentare l’efficienza, aiutare chi lo riceve a superare i propri limiti e a favorire la crescita professionale. Ognuno in azienda è incoraggiato a dare feedback. Un buon manager, ad esempio, sarà aperto a ricevere feedback su di sé: è stato chiaro nella comunicazione? Ha definito con precisione le sue aspettative? Se qualcosa è andato storto, cosa avrebbe potuto fare meglio?

“Il feedback è un dono“, ha detto Warren Buffet, uno degli investitori più di successo al mondo. È essenziale adottare una cultura del feedback democratica, in cui tutti possano contribuire al miglioramento reciproco attraverso una condivisione rispettosa di punti di vista.

Concludendo: le mosse vincenti per il successo a lavoro

Nella transizione dall’università al lavoro, non basta acquisire nuove competenze: devi abbandonare completamente la mentalità accademica. Se hai seguito fin qui, ora sai che devi lavorare a ritroso partendo dal risultato finale, adattarti con fluidità come l’acqua, abbracciare il concetto che 1 + 1 = 11 e cambiare radicalmente il tuo modo di vedere il feedback e le valutazioni.

Se sei interessato ad una guida pratica su cosa fare dopo l’università, come avere successo al lavoro ed essere promosso, leggi il nostro articolo sulle 3 domande più frequenti per il successo lavorativo.

Sia che tu stia muovendo i primi passi nella tua carriera o mirando a un avanzamento, lavorare su questi cambi di mentalità è la chiave per superare i tuoi vecchi schemi mentali universitari e iniziare a tracciare il tuo percorso verso il successo. Sii audace, sii proattivo, e vedrai i tuoi sforzi ripagati con risultati straordinari.

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