“Dal momento che non ho mai deliberatamente tormentato nessuno, non è giusto ch’io tormenti neppure me stesso” – Marco Aurelio
Hai mai l’impressione di metterti i bastoni tra le ruote da solo? Quante cose fai per il tuo bene? E quanto di quello che fai ti danneggia?
Dai comportamenti poco salutari come fumare o mangiare fast-food, a comportamenti più sottili, come la procrastinazione, troppe delle cose che facciamo finiscono con danneggiarci. Danneggiano la nostra salute, le nostre relazioni, la nostra carriera, la nostra opinione di noi stessi.
Ma perché mettiamo in atto comportamenti che vanno contro il nostro interesse e come possiamo uscirne? Continua a leggere per scoprire cosa si nasconde dietro l’autosabotaggio e un esercizio pratico con 4 passi per superarlo.
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Autosabotaggio: Significato
L’autosabotaggio è quando, senza rendertene conto, ti metti i bastoni tra le ruote da solo. Ti imponi restrizioni inutili e scegli di renderti la vita più difficile.
Capita quando rimandi compiti importanti, come un progetto di lavoro, e finisci per fare qualsiasi altra cosa tranne quello. Oppure quando ti riprometti di smettere di mangiare fast-food, ma poi ti ritrovi regolarmente a cenare con hamburger e patatine. È come se ci fosse una parte di te che ti fa deviare dai tuoi veri obiettivi e desideri.
Autosabotaggio è decidere di fare attività fisica, ma non alzarsi mai dal divano. È desiderare una relazione stabile e poi alimentare conflitti. È presentarsi a un colloquio di lavoro e dire cose che ci mettono in cattiva luce. È come se ci fosse uno spiritello maligno che ci ostacola e ci vuole male. Ma è davvero così?
Cosa si Nasconde Dietro l’Autosabotaggio: Le Vere Cause
Quando arriviamo in ritardo a quell’appuntamento importante, quando non riusciamo a iniziare quel progetto che potrebbe cambiarci la vita, quando litighiamo con le persone che ci vogliono bene, quando a lavoro lasciamo che qualcuno si prenda il merito per qualcosa che abbiamo fatto noi… Ogni volta che ci facciamo del male, può sembrare che ci sia una parte di noi che ci è nemica. Ma non è così.
La parte di noi che sta sabotando i nostri piani non ci odia. Al contrario, è una parte di noi che ci vuole bene e, a modo suo, sta cercando di proteggerci. Tendiamo a pensare a noi stessi come se fossimo un’unità o al massimo riconosciamo una dicotomia: una parte che ci vuole bene e una che ci vuole male. Ma in realtà noi impersoniamo una molteplicità di punti di vista, credenze, convinzioni, molto superiore a quello di cui ci rendiamo conto.
Una parte di noi vuole quella promozione, ma un’altra parte di noi non pensa che ce la meritiamo. Un’altra ancora ha paura che non saremmo all’altezza e falliremmo se dovessimo ottenere quella promozione. Un’altra ancora vorrebbe che intraprendessimo tutt’altra carriera e ci dedicassimo all’arte.
Ecco quindi che proprio mentre la nostra parte cosciente si è decisa di volere quella promozione, tutte le altre parti subconsce si adoperano affinché non la otteniamo. Per il nostro bene: per evitarci una delusione, perché dobbiamo lavorare di più per meritarcela, perché in fondo la promozione non è la vera cosa che volgiamo. Così procrastiniamo, non diamo visibilità al nostro lavoro, lavoriamo in silenzio senza prenderci i nostri meriti, e ci allontaniamo dall’obiettivo che coscientemente ci eravamo prefissati.
Autosabotaggio e la Paura di Cambiare
Non esiste un sabotatore interno: solo parti di te che desiderano proteggerti e non condividono il piano del tuo Io cosciente. Spesso i nostri sabotatori interni non sono altro che parti di noi che hanno paura di ciò che vorremmo ottenere, e cercano di tenerci al sicuro impedendoci di ottenerlo.
La paura del cambiamento si insinua sotto forma di preoccupazioni: “E se non ce la faccio? E se mi pento? E se perdo ciò che ho ora?” La mente, in qualche modo, percepisce l’ignoto come una minaccia, anche se quel nuovo passo potrebbe portarci a una vita più appagante. Così, senza rendercene conto, facciamo scelte che ci proteggono dal rischio di fallire o soffrire, ma che ci tengono fermi.
L’autosabotaggio diventa un meccanismo di difesa che, anziché liberarci dalla paura, la rafforza, bloccando ogni possibilità di cambiamento e limitando la nostra crescita.
Autosabotaggio in Amore
L’amore è una delle aree in cui tendiamo a sabotarci di più. L’autosabotaggio in amore è così diffuso perché le relazioni romantiche toccano alcuni dei nostri bisogni più profondi: sentirsi amati, accettati e al sicuro.
Tuttavia, proprio queste esperienze intense e intime possono risvegliare paure e insicurezze radicate. Molte persone si portano dietro ferite emotive del passato, delusioni o timori di abbandono che finiscono per influenzare il presente. Così, pur desiderando ardentemente una relazione serena, ci troviamo a mettere in atto comportamenti che contraddicono questo desiderio, come se una parte di noi vedesse nell’amore un rischio più che un’opportunità.
In questo contesto, l’autosabotaggio emerge come una sorta di “scudo” inconscio, una difesa che ci spinge a creare distanza quando la vicinanza diventa troppo intensa o potenzialmente dolorosa.
Potremmo trovare noi stessi a mettere alla prova il partner, creare conflitti inutili o isolare i nostri bisogni, quasi come se volessimo evitare un possibile rifiuto o disillusione prima ancora che accada. Proprio quando iniziamo a diventare più felici, la parte di noi che è stata ferita in passato si accende, spaventata da questa felicità che preannuncia una delusione. Eppure, proprio questo tentativo di proteggerci finisce per essere la fonte del conflitto, rendendo l’amore un territorio difficile da esplorare fino in fondo.
4 Passi per Smettere di Autosabotarsi
Per risolvere il conflitto e trovare un equilibrio, è utile “dialogare” con queste parti in modo empatico, comprendendo le loro preoccupazioni e bisogni. Così non solo riduci le tensioni interne, ma catalizzi la tua crescita personale, poiché ogni parte di te ha qualcosa di importante da insegnarti. Ecco un esercizio pratico in 4 passi. Si tratta di un esercizio di immaginazione attiva ispirato dalla psicoanalisi junghiana.
1. Osserva la Parte Che Si Oppone
Inizia con un momento di introspezione. Trova un posto tranquillo, chiudi gli occhi e visualizza la parte di te che si sta opponendo al cambiamento. Immaginala come se fosse una persona: come appare? Qual è la sua espressione? Potrebbe essere una figura timida, protettiva o addirittura severa. Magari ha l’aspetto di una versione più giovane di te. Magari è il te bambino, o il te adolescente. Magari ha l’aspetto o la voce di un tuo genitore. Osservala senza giudizio, notando come si comporta e quali emozioni trasmette.
Prova a chiederti: cosa rappresenta questa parte? Potrebbe essere una versione di te che ha sofferto in passato e ora ha paura di ripetere errori. O potrebbe essere la tua parte più razionale che cerca di evitare delusioni. Anche questa parte ha le sue ragioni, spesso radicate in esperienze passate. Accogli con calma tutto ciò che emerge, senza cercare di cambiare nulla per ora. L’obiettivo è solo riconoscere e dare un “volto” a questa parte di te.
2. Domande Chiave
Ora che hai visualizzato la parte che si oppone, inizia un dialogo immaginario con essa, come faresti con un amico preoccupato. Chiedi: “Cosa temi realmente?” o “Cosa pensi possa succedere se prendo questa strada?”.
Ascolta attentamente le risposte che emergono nella tua mente. Se non riesci a trovare delle risposte continua a porti domande diverse: “Da cosa vuoi proteggermi?” Prova ad azzardare delle risposte. Nessuna delle cose che dici è definitiva. Puoi cambiare idea, dare risposte diverse. Instaura un vero e proprio dialogo con questa parte di te. Spesso scoprirai che le sue preoccupazioni non sono banali: forse teme che il cambiamento porti instabilità, che tu possa sentirti solo o che fallire possa essere troppo doloroso.
Lascia che questa parte esprima le sue paure senza interromperla. Anche se a prima vista queste preoccupazioni possono sembrare esagerate, spesso riflettono paure profonde che, in qualche modo, hanno protetto te o la tua autostima in passato. Riconosci questo ruolo e, se riesci, ringrazia questa parte per la sua protezione, anche se ora ti appare come un ostacolo.
3. Trova un Compromesso
Dopo aver ascoltato attentamente le paure della tua parte “oppositrice”, cerca di trovare un compromesso. Come un buon mediatore, pensa a una soluzione che possa soddisfare entrambe le parti: sia quella che vuole avanzare sia quella che teme il cambiamento.
Supponiamo, ad esempio, che una parte di te voglia lanciarsi in un nuovo progetto lavorativo, ma la tua parte timorosa abbia paura di fallire. Una possibile soluzione potrebbe essere iniziare con piccoli passi, come dedicare solo poche ore a settimana al nuovo progetto, così da non mettere a rischio il tuo equilibrio attuale. Oppure, se la tua parte “oppositrice” teme l’opinione altrui, puoi decidere di fare qualche prova “dietro le quinte” prima di mostrarti in pubblico.
La chiave è procedere con gradualità e rassicurare questa parte che non ti lancerai in nulla di troppo pericoloso senza una certa preparazione. Questo compromesso permette alla parte protettiva di sentirsi ascoltata e rispettata, invece che ignorata. Costruisci un legame di fiducia con questa parte di te.
4. Sperimenta una Prospettiva Diversa
Ora prova a fare un esperimento: immagina di “entrare” completamente nella parte che si oppone, come se tu diventassi quella parte. Lasciale il controllo e osserva come si sente. Come vede la tua situazione attuale e il cambiamento che stai considerando? Cosa proverebbe se avesse pieno potere decisionale?
Prendi un foglio di carta o un diario e, come se fossi questa parte, inizia a scrivere liberamente. Quali pensieri emergono? Forse ci sono frasi come “Non è il momento giusto” o “È troppo rischioso.” Permettiti di esplorare queste convinzioni senza giudizio. Spesso, entrando in questa parte, emergono sfumature che non avresti notato da una prospettiva esterna. Questo può rivelare bisogni più profondi, come la ricerca di sicurezza, di approvazione o di stabilità emotiva.
Alla fine di questo esercizio, potresti accorgerti che anche la parte “oppositrice” ha motivi validi e comprensibili. Riconoscere questa prospettiva ti permette di integrare questa parte in modo più armonioso e costruttivo, arrivando a un equilibrio tra la tua parte proiettata verso il futuro e quella che preferisce mantenere il controllo.
Prendi Controllo dei Tuoi Pensieri
Per superare l’autosabotaggio, è fondamentale prendere il controllo della critica interiore. Spesso sono i nostri stessi pensieri e parole a ostacolare il nostro successo. Iniziare a osservare con attenzione i pensieri che attraversano la nostra mente ci permette di identificare le distorsioni negative che nascondono.
Queste distorsioni possono manifestarsi come convinzioni limitanti o convinzioni irrazionali che ci impediscono di agire o di credere in noi stessi. L’analisi dei nostri pensieri ci aiuta a mettere in discussione queste convinzioni e a riformularle in maniera più positiva e costruttiva, trasformando la nostra visione di noi stessi e del mondo che ci circonda.
Per aiutarti, abbiamo progettato un corso dove ti insegniamo proprio come fare questo, fornendo strumenti concreti per prendere il controllo della propria mente.
- Journaling: esercizi pratici di journaling che aiutano a riflettere sui propri pensieri e a scoprire le radici del sabotaggio.
- Meditazione: pratiche di meditazione sono fondamentali per connettersi con le parti di sé ancora non consce che potrebbero essere la causa del sabotaggio.
- Esercizi di consapevolezza delle distorsioni cognitive: pratiche di semaforo mentale per identificare pensieri distorti, e correggere il proprio dialogo interiore.
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Ricorda: le emozioni non sono ostacoli da superare né nemici da reprimere, ma la tua bussola interiore. Ti guidano verso ciò che conta davvero e ti aiutano a prendere decisioni che rispecchiano i tuoi veri valori e desideri. Accogli le tue emozioni, e abbraccia ogni sfumatura dell’esperienza umana.
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